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venerdì 15 novembre 2013

L'Italia si mobilita contro gli ecomostri



Rete dei Comitati per la Qualità Urbanistica

8 novembre 2013
La nostra associazione che da tempo si batte contro gli “ecomostri”  ( edifici altamente invasivi, spesso costruiti all’interno di cortili) a Milano e in Lombardia, si è già  collegata con il Coordinamento dei Comitati Milanesi (CCM) e con il laboratorio Carteinregola di Roma, entrambi attivi nella tutela della vivibilità urbana e del territorio,  e intende entrare in contatto con comitati, associazioni e amministrazioni pubbliche sull’intero territorio nazionale al fine di ottenere un giusto equilibrio fra due esigenze: la riduzione del consumo di suolo e il non superamento di un’appropriata densità urbanistica. A  questo fine si vogliono affrontare, in particolare,  due emergenze derivanti dal Decreto del fare, recentemente trasformato in legge dal Parlamento:
-          La possibilità, data alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano di derogare, con proprie leggi, alla distanza minima di 10 metri fra edifici, che potrebbe produrre effetti devastanti sulla forma delle città e sulla qualità della vita dei cittadini.

-          La possibilità data a tutti i costruttori di fare ristrutturazioni edilizie a seguito di demolizione di edifici preesistenti, eliminando il vincolo di rispettare la “sagoma” degli stessi, che ha sempre costituito una fondamentale salvaguardia dell’equilibrio urbanistico delle città. A questo proposito così si è espresso l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU):

“Eliminando la parola ‘sagoma’ dal significato originario di Ristrutturazione Edilizia - affermano gli urbanisti - questa finirà per inglobare anche la demolizione e la ricostruzione di un edificio del tutto nuovo e, paradossalmente, anche a portare fuori terra i volumi che attualmente sono sotto terra”.
 
Qualora questo avvenisse, l’INU teme “un attentato alla storia edilizia dell’Italia, alle forme delle sue città e dei suoi paesi, alla sua cultura materiale e immateriale che tanto contraddistinguono il paesaggio urbano italiano e, in fin dei conti, anche allo stesso paesaggio territoriale”. Inoltre, secondo l’INU, si metterebbe immediatamente in crisi la pianificazione urbanistica vigente, con incalcolabili ricadute a catena nella gestione degli insediamenti.
 
L’INU ricorda che “da sempre la pianificazione urbanistica ricorre alla ristrutturazione edilizia come massimo intervento consentito quando ha bisogno di scongiurare la demolizione di immobili di interesse storico, architettonico o testimoniale, consentendo la demolizione e ricostruzione a parità di volume solo per edifici o tessuti insediativi privi di valori storici e ambientali.”
 
L’INU chiede a tutte le forze culturali, a quelle sociali e a quelle economiche di mobilitarsi per scongiurare una possibilità di trasformazione dagli
effetti incontrollabili per il paesaggio urbano italiano”.

Va detto che l’eliminazione del vincolo di sagoma è stato attivo per vari anni in Lombardia in base ad una legge regionale poi bocciata dalla corte  Costituzionale, che nel suo periodo di vigenza ha prodotto i devastanti effetti documentati da un servizio RAI  sugli ecomostri a Milano del maggio 2012, che trasmettiamo a parte.
Il Comune di Milano ha accolto le nostre istanze, finalizzate a impedire la proliferazione degli ecomostri nei cortili, inserendo opportunamente  nel suo PGT la seguente norma:
d. allinterno del Tessuto Urbano Consolidato (TUC), ledificazione in tutto o in
parte allinterno dei cortili dovra essere di altezza inferiore o pari (fatto salvo
il rispetto delle norme igienico-sanitarie e regolamentari esistenti) a quella
delledificio preesistente. I diritti edificatori potranno essere totalmente o
parzialmente trasferiti.

Ci proponiamo ora d’inviare ai Presidenti di tutte le Regioni e province autonome una lettera che denuncia la grave situazione ed invita ad astenersi da iniziative legislative e di altra natura che possano contribuire a danneggiare la vivibilità urbana. Invitiamo, inoltre, le amministrazioni  comunali a seguire l’esempio di Milano, prevedendo norme a tutela della qualità urbanistica e della civile convivenza.
Saremmo lieti di condividere con voi le nostre idee ed azioni e vi preghiamo di farci sapere se siete interessati ad un approfondimento della questione.
Ringraziandovi dell’attenzione, porgiamo cordiali saluti.
Per la Rete dei Comitati, Carteinregola e CCM
Il portavoce
Roberto Barabino


8 commenti:

Mario Aldo ha detto...

Le permissività edilizie incluse nella legge del fare credo che vadano ad interessare due tipi di interessi contrapposti. Il primo è giustamente quello di tutelare il territorio da aberrazioni edilizie ma il secondo è quello di far lavorare le persone e le imprese che oggi sono allo stremo poichè nessuno più costruisce o acquista nel settore edilizio. Non è facile tutelare contemporaneamente gli interessi del territorio con quello delle persone che ogni giorno hanno il problema di nutrirsi, vestirsi e avere un posto dove dormire. Cari saluti Mario A.

roberto ha detto...


Nessuno nega la crisi edilizia e tantomeno la legittima aspirazione di chi opera nel settore a poter lavorare.
Il fatto è che la "deregulation" edilizia a tutti i costi e senza freni risveglia i peggiori appetiti e fa entrare in campo non gli imprenditori seri ma gli speculatori che spesso usano queste occasioni anche per riciclare denaro sporco.
Il rilancio del Paese non lo si fà distruggendo la vita degli altri e facendo i furbi, ma puntando su uno sviluppu equilibrato del territorio e su una densificazione edilizia controllata.
Inoltre molti degli ecomostri, anche per la discutibile qualità della loro offerta abitativa, rimangono invenduti: Milano è piena di questi casi ed è l'emblema della follia fatta sistema.
Ti posso garantire che questa follia finirà.
Ciao.
Roberto

Oscar ha detto...

Ho visto che hai sottolineato la parola "concretamente" nella tua richiesta di collaborazione. Mi dici cosa significa?
Grazie. Oscar

roberto ha detto...

Significa che cerchiamo un contributo non solo di idee ma anche, e soprattutto, di azioni.
Le cosa da fare sono molte, ne esemplico alcune:

- contattare sul territorio di appartenenza comitati di cittadini e associazioni ambientaliste per ottenerne il supporto e mantenere vivi i rapporti istituiti

- esaminare le norme vigenti e allo studio a livello comunale, regionale e nazionaale.

- seguire le attività legislative e/0 amministrative degli enti pubblici coinvolti ai diversi livelli

- far sentire la propria voce tramite appelli alle autorità e alla stampa o partecipazioni a sessioni delle assemblee elettive

- partecipare a manifestazioni private o pubbliche sui temi d'interesse
Potrei continuare, ma quanto detto mi pare sufficiente.
Detto in sintesi: più che discutere bisogna lavorare.
Naturalmente ciascuno può scegliere a quali compiti dedicarsi in funzione delle proprie competenze e motivazioni, che verificheremo in un rapporto diretto con gli interessati.

Grazie e saluti.

Roberto

Elio Veltri ha detto...

Caro Roberto, puoi aggiungere l'adesione di Democrazia e Legalita e il mio nome come presidente.
Elio Veltri

roberto ha detto...


Caro Elio,
sono molto lieto dell'adesione di Democrazie e Legalità perchè so quanto hai fatto per combattere la speculazione edilizia quando eri sindaco di Pavia ed anche dopo con la tua associazione.
Sono certo che da voi verrà un importante contributo alla battaglia che portiamo avanti.
Grazie.
Roberto

Umberto ha detto...

Come sempre, non ci sono leggi buone e leggi cattive; le permissività edilizie (che come dice Mario A. non sono da combattere in toto per le ragioni che lui espone e per altre che ometto) possono essere usate bene o male dalle autorità e dai proprietari, a seconda delle circostanze, delle opportunità, delle opinioni politiche delle une e degli altri. Le aberrazioni vengono dal cattivo uso che si fa dell’edilizia, e dagli abusi di autorità e di privati; il regime più o meno liberale non è importante, importante è l’uso che se ne fa. Credete che sia meglio ritornare al sistema dei permessi in mano delle autorità? Libero ciascuno di pensarla come gli pare; io vivo in una regione dove la politica di parte è da sempre imperante e i risultati, nell’edilizia come in altri campi, sono sotto gli occhi di tutti.

Dichiararsi contro gli ecomostri sarebbe come dichiararsi contro la guerra: tutti d’accordo, ma temo sia semplicistico e controproducente.

Ciao,

Umberto

roberto ha detto...


Sono d'accordo in parte: è vero che una legge può essere usata bene o male ma ci sono anche leggi sbagliate: quelle che, in Lombardia, hanno consentito di riempire i cortili, creati per dare spazio, luce, aria e privacy alle abitazioni circostanti, con edifici che le hanno letteralmente "murate", sono il segno di una volontà prevaricatrice di chi costruisce guardando solo al proprio tornaconto economico e di scarsa accortezza, o peggio, di chi legifera.