Visualizzazioni totali

sabato 14 marzo 2015

Evitare l'implosione del sistema politico




In due interessanti articoli su “La Stampa” del 3 e 4 marzo 2015 , Marcello Sorgi ha analizzato la sfida che è stata portata, in vista delle  ormai prossime elezioni regionali, ai poteri centrali dei partiti dai poteri locali degli stessi, cioè dai “ras” territoriali che, forti dei consensi  personalmente acquisiti tramite le primarie o le consultazioni elettorali, contestano le scelte fatte dagli organismi direttivi centrali  e pretendono  di imporre loro pesanti condizionamenti.
I casi più evidenti sono quelli di Tosi in Veneto e di De Luca in Campania:  il primo, avendo deciso di candidarsi per la Presidenza della Regione dopo l’espulsione dalla Lega,, potrebbe  mettere a repentaglio la vittoria del centrodestra, data da molti per acquisita vista la popolarità del Governatore uscente Zaia. Il secondo, vincitore delle primarie del PD, vorrebbe una modifica della Legge Severino in base alla quale, se eletto, dovrebbe essere immediatamente sospeso dalla carica per la condanna avuta in primo grado per abuso d’ufficio.
Questo fenomeno non è certamente nuovo: ne parlava già una trentina d’anni fa Sergio Mattarella nell’intervista riportata in un post di questo blog ( “Così parlò Mattarella” del 2 febbraio 2015), indicandola come il male che stava corrodendo dall’interno il sistema dei partiti e che l’avrebbe portato alla dissoluzione, poi verificatasi pochi anni dopo. Ma il problema è aggravato oggi dal fatto che tutte le principali forze politiche sono ormai, “partiti personali”, in merito ai quali Sorgi annota “ Il modello inventato con Forza Italia da Berlusconi, che rimane il detentore del copywright, s’è diffuso infatti non solo nel suo campo, ma anche in quello degli avversari”.  E ciò ha una pesante conseguenza: se ciò che conta è solo la diretta investitura popolare, come ha sempre sostenuto Berlusconi, i ras locali si sentono ancor più legittimati che in passato ad avanzare pretese che possono diventare dirompenti. Scrive Sorgi: “ De Luca, dopo la vittoria plebiscitaria di domenica, s’è messo a dettare condizioni a Renzi. Per prima cosa ha chiesto  (e il premier glie lo ha negato) di modificare, o addirittura cancellare, la legge anticorruzione che porta il nome dell’ex Ministra Severino….. E nota più avanti facendo riferimento sia al caso veneto che a quello campano “ la regola è una sola: fare qualunque cosa a qualunque costo pur di impadronirsi del potere”.
Che la politica non sia un gioco per educande è accertato, ma la situazione attuale presenta concrete possibilità di una pericolosa deriva, non solo per i singoli partiti, ma per l’intero sistema politico, che non va sottovalutata. Potrebbe infatti verificarsi un fenomeno analogo a quello preconizzato  in passato da Mattarella, di corrosione dall’interno delle forze politiche, fino alla loro dissoluzione.
Nel caso del Veneto, se la Lega perdesse a causa della concorrenza Tosi – Zaia, favorendo il successo della candidata del PD, fino ad oggi in posizione di rincalzo, il logoramento potrebbe essere molto rapido e dirompente, producendo uno stop alla cavalcata di Salvini verso la leadership del centrodestra.
 Nel caso della Campania, ha fatto bene Renzi a respingere le pretese di De Luca ma il problema sta a monte, come ha detto un esponente renziano  con questa domanda “Com’è possibile che un partito consenta di candidarsi a uno che, se vince, rischia di essere sospeso un minuto dopo?”. Inoltre il fatto che Gennaro Migliore, candidato alle primarie campane,  voluto da Renzi, si sia ritirato dalla contesa è indice di una pericolosa debolezza della struttura centrale rispetto a quella regionale.
A complicare le cose c’è poi  la posizione ambigua assunta in proposito dal Ministro Boschi che ha dichiarato: “Al momento non è allo studio da parte del Governo nessuna ipotesi di modifica della Legge Severino” ma ha poi aggiunto Non so se il Parlamento nelle prossime settimane riterrà d’intervenire”.  Il che viene letto a Montecitorio come  una porta socchiusa da parte del PD.
Bisogna  che il Premier, il Governo e il Parlamento facciano chiarezza, garantendo l’ eventuale applicazione anche al caso De Luca della predetta legge, ferma restando la possibilità per l’interessato di fare, come già avvenuto nel caso della sua sospensione da sindaco di Salerno, ricorso al TAR  che ha trasmesso il tema alla Corte Costituzionale.
Se la legge Severino venisse invece modificata per “salvare” De Luca, qualora fosse eletto Governatore della Campania, si darebbe piena ragione a chi da tempo sostiene che la sinistra usa due pesi e due misure: è garantista con “gli amici” e implacabile con gli avversari. In questo caso la puntuale applicazione della legge Severino a Silvio Berlusconi, a seguito della condanna per frode fiscale, sarebbe una  clamorosa conferma di  un’ inaccettabile parzialità.
Inoltre tale atto significherebbe che il Partito Democratico, che è il maggiore del Paese,  si è arreso ad un suo discutibile e riottoso esponente regionale, ponendo le basi per una graduale ma progressiva degenerazione  del nostro sistema politico verso una situazione  in cui il potere locale diventa ingovernabile e si frammenta in numerose  “tribù” in  perenne lotta fra di loro. Il che, a fronte dei notevoli rischi per il nostro Paese provenienti dal fronte internazionale, che richiedono uno Stato forte e coeso, sarebbe estremamente grave e foriero di conseguenze nefaste.

11 commenti:

Vittorio Bossi ha detto...

Non credo nella LEGA, film già visto, ma SALVINI con i temi forti sull'immigrazione, illegalità, ROM etc. è sicuramente una spina nel fianco di
questo governo non eletto dal popolo e forse qualche provvedimento forte per stare a galla lo troveranno.


Per TOSI secondo me la LEGA ha commesso autogol, avrebbe dovuto cambiare cavallo via ZAIA e via con TOSI queste spinte positive di cambiamento
vanno cavalcate e non espulse.


Buon WE, Vittorio

roberto ha detto...


Condivido la tua opinione sulla necessità di cavalcare le spinte al cambiamento, ma non fino al punto di mettere da parte Zaia per far posto a Tosi, per due ragioni: che Zaia ha ben operato ed è il cavallo più forte in Veneto; e che Tosi aspirava ad essere candidato a leader del centrodestra, come da accordi a suo dire presi con Maroni e Salvini al momento dell'insediamento di quest'ultimo a Segretario federale del partito.
La Lega ha certamente fatto autogol espellendo Tosi perchè ha ora un rivale desideroso di rivincita, che potrebbe farla pagare cara a Salvini.
Certamente il lavoro fatto da Tosi con la sua fondazione per radicare la Lega sul territorio nazionale avrebbe potuto essere valorizzato, anzichè usato come preetsto per cacciarlo.
Buon w.e. anche a te.
Roberto

Dario Lodi ha detto...

Il richiamo è ben articolato, secondo me. Sempre secondo me, la situazione è talmente degenerata che il sistema non sa più neanche cosa significhi morale, etica, dignità. Colpa di un ventennio di decadenza politica (destra e sinistra) nel corso del quale, infatti, sono stati imbarcati personaggi di secondo piano, senza spina dorsale, senza orgoglio. Mosche bianche ce ne sono di sicuro, ma chissà dove si trovano e chissà se possono volare. Per me va rivisto l’intero sistema e vanno individuati elementi adatti. Nella sostanza, oggi è tutto un marciume. Le istituzioni, insindacabili (dunque non siamo in una vera democrazia), si coprono a vicenda, si preoccupano di salvare le loro poltrone, i loro privilegi. Non va stigmatizzato il procedere del sistema politico, va cambiato il sistema perché è ampiamente dimostrato che NON funziona, che è un corpo parassita in balia del mondo burocratico. La politica deve fare leggi per impedire alla burocrazia di paralizzare il paese. Non lo fa perché il sistema ha bisogno dei suoi voti. Un mostro, questa Italia, con uno stomaco di ferro. Occorre smettere di alimentarlo, o magari avvelenarlo con una coraggiosa operazione civile. E’ il mondo civile che deve muoversi. Tu lo fai ed è per questo che ti do retta. Ma certo l’impegno va moltiplicato, con richiami, scusa, essenziali, radicali, più che con intemerate nobili verso chi nobile non è eppure ha in mano il nostro destino.

Dario

roberto ha detto...

Apprezzo molto il tuo rigore morale e la tua aspirazione ad un radicale cambiamento ma, come ci siamo detti varie volte, non condivido il tuo giudizio "Nella sostanza oggi è tutto un marciume".
C'è molto marcio indubbiamente e i ripetuti scandali lo dimostrano, ma non tutto è sbagliato o corrotto. Inoltre non esiste, a mio avviso, un "deus ex machina" che possa cambiare radicalmente dall'esterno il sistema politico. E' necessario indurre con la critica severa ma non pregiudiziale, e con la proposta, una graduale evoluzione culturale.
E' una cosa lunga, ma non vedo altra strada. Naturalmente, se ci fosse una via più breve, sarei lieto di conoscerla e di percorrerla con te.
Roberto

Franco Trotta ha detto...

A me pare che Salvini sia stato troppo irruento, ma anche Tosi ci ha messo del suo, con pretese irragionevoli. Circa De Luca, la sua arroganza va oltre ogni limite e deve essere assolutamente respinta. La legge Severino va mantenuta e applicata senza se e senza ma.

Un saluto. Franco

roberto ha detto...

Se gli accordi erano quelli detti da Tosi, ha una certa ragione a lamentarsi del loro mancato rispetto, ma solo fino ad un certo punto perchè sono cambiati nel frattempo i termini della questione e i rapporti di forza nella Lega: Salvini, che era un comprimario è diventato protagonista facendo moltiplicare i consensi (almeno teorici) della Lega e di ciò un politico come Tosi dovrebbe prendere atto. Concordo con te che la reazione di Salvini è stata brutale e penso che potrebbe risultare controproducente.
Condivido anche la posizione su De Luca: se nonpone un limite netto ai ras locali, il PD rischia grosso.
Ciao.
Roberto

Dario ha detto...

La graduale evoluzione culturale, sistema sacrosanto, funziona se esistono presupposti. Se devo far correre i 100 metri devo avere degli atleti, se non li ho non posso mettere in campo gente con una gamba sola, ma dovrò cambiare metodi di ingaggio. Il marciume è nel sistema oligarchico, inamovibile, sclerotizzato, che ti fa passare asini per cavalli. Non puoi portare gli asini al trotto. La situazione non ha niente di roseo, non c'è da cavare fior da fiore perché sono tutte ortiche, alcune rivolte al sole, te lo concedo, ma quasi per caso. Il mondo civile deve ribellarsi a questo stato di cose, altrimenti si continuerà a sognare il deus ex machina, ovvero la iattura peggiore (vedi Renzi, un dilettante, aspirante Cesare). A questo punto, chiediamoci quanto siamo dignitosi, orgogliosi. Parlare sopra il tran tran a che serve? Discutere di Salvini? Di Bersani? Di Tosi? Mi ricorda quel film: Dio mio, come sono caduta in basso! Almeno rendersene conto!

Unknown ha detto...

Non saprei dire se l'autogol è della Lega o di Tosi, di solito chi esce da un contesto poi non trova spazio. Quello che è certo è che ormai il sistema politico è estremamente frammentato in micro-potentati e per questo non è più in grado di esprimere linee politiche. Addirittura l'elezione del Presidente della Repubblica, che apparentemente ha "compattato" tante forze, si è trasformata in fonte di ulteriori frammentazioni.
Credo che l'unica via per riportare chierezza passi non attraverso la composizione dei conflitti ma attraverso l'imposizione (dal centro) di una linea che risulti da una preliminare discussione "democratica".
Toh! Sto parlando di centralismo democratico! Ahi ahi ahi!

roberto ha detto...

Rispondo a Dario:

Non posso che citare quanto scritto nella home page del blog, in cui si dice che lo stesso "vuole essere uno spazio di riflessione e di confronto fra elettori per far emergere le loro esigenze e per portarle a conoscenza delle forze politiche e delle istituzioni".
A questo mi attengo: se ritenessi tutte le forze politiche e le istituzioni indegne di considerazione, non avrei dato vita a questa iniziativa.

roberto ha detto...

Rispondo a Giorgio:

Guardando alla storia del nostro Paese non si può non riconoscere che il "centralismo democratico" sia stata la formula più efficace per il governo dei partiti: prima ci si confronta anche duramente, poi si decide a maggioranza e, a quel punto, tutti devono seguire la linea comune. Non mi pare che ci siano alternative per evitare la frammmentazione.
Ho letto che il Governo si appresta a proporre norme, mai esistite in Italia, sul funzionament odei partiti e dei sindacati: stiamo a vedere di cosa si tratta.
E' giunto comunque il momento di porre fine alla totale anarchia e arbitrarietà con cui queste associazioni di pubblico interesse sono gestite.

roberto ha detto...

Sono veramente e negativamente sorpreso dall'inopportuno intervento del Commissario Amticorruzione Cantone sulla possibilità di "fare un tagliando" alla Legge Severino, proprio per escludere la sospensiva a seguito di condanna in primo grado per abuso d'ufficio. Guarda caso è il reato per cui è stato condannato De Luca.
Questo intervento sembra confezionato su misura per "salvare" il vincitore delle primarie del centrosinistra in Campania e getta una brutta ombra sulle prossime elezioni regionali.
Fortunatamente la Presidente della Commissione Giustizia della camera, Donatella Ferranti, ha detto che "le priorità per la maggioranza sono altre" e " Per la Severino io attenderei qualche anno perchè è una legge i cui decreti attuativi sono in vigore solo da gennaio 2013".
Auspico che il Presidente Renzi mantenga coerentemente la posizione di rifiuto ad una modifica "ad personam" della legge Severino, che sarebbe un gravissimo passo falso e minerebbe fortemente non solo la credibilità del partito ma anche la sua personale.