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lunedì 30 marzo 2015

Abolire la prescrizione, a certe condizioni




Dopo la sentenza della Cassazione in merito a Calciopoli che, pur riconoscendo la colpevolezza degli imputati già condannati dalla giustizia sportiva e poi  da quella penale, ha dichiarato estinti i reati a causa di prescrizione, l’opposizione dell’Ncd all’allungamento della stessa appare francamente surreale e indicativa del distacco siderale fra certa politica e il comune sentire dei cittadini.
Ma come? Stiamo assistendo ad un autentico scempio della giustizia, con i colpevoli accertati che non subiscono alcuna sanzione e c’è qualcuno che ha il coraggio (si fa per dire) di chiedere  un minore aumento della prescrizione in nome della “giusta durata del processo” , come ha fatto Nunzia Di Girolamo, ex Ministro dell’Ncd.
 Ma cos’è la giusta durata del processo? Forse quella che consente, tirando in lungo, di arrivare comunque alla prescrizione  e proprio per i reati di corruzione che sono quelli che producono maggiore allarme sociale ?
Se è questo che vuole l’Ncd , lo dica esplicitamente e non si nasconda dietro il paravento della tutela da ipotetici soprusi, come ha fatto un altro deputato di questo partito, Alessandro Pagano, che in un’intervista al Corriere della Sera ha detto “voi volete tenere sotto botta qualcuno per 21 anni? Volete rovinargli la famiglia? L’impresa? E chissà cos’altro?”. La risposta a queste domande non può che essere: il processo deve durare il tempo necessario a stabilire la verità e non sono attribuibili alla durata dello stesso eventuali conseguenze negative per la persona e la sua famiglia, bensì alle colpe accertate o all’eventuale errore di giudizio.
D’altronde se un imputato non ha commesso il reato di cui è accusato non ha nulla da temere da un allungamento dei tempi del giudizio, mentre, se è colpevole non c’è ragione di lasciarlo libero solo per la scadenza di un termine.
Se si vuole una giusta durata dei processi non si devono contenere i termini di prescrizione, il che favorisce i delinquenti, ma accelerare i tempi della giustizia, anche stimolando e  verificando la produttività dei magistrati e prendendo eventuali  provvedimenti verso coloro che non fanno il loro dovere.
Comunque, con riferimento alla scandalosa malagiustizia di Calciopoli, perché mai reati compiuti nel periodo 2004/2006 devono essere già  prescritti dopo appena 10 anni, mentre invece  si riapre il processo  sui rapporti Stato- Mafia a oltre 20 anni dai fatti su cui si indaga? Ci saranno certamente norme di legge e tecnicismi giuridici a spiegare questa contraddizione, ma sta di fatto che non possiamo più assistere in silenzio a questo rovesciamento di ogni logica e di ogni buon senso.
E' necessario quindi che le forze politiche ed i singoli parlamentari  inseriscano nell’acceso dibattito sulla prescrizione, che si annuncia particolarmente caldo in Senato, anche un’alternativa rispetto al tema della durata e cioè quella dell’abolizione completa della prescrizione quando c’è stato un rinvio a giudizio oppure una sentenza di primo grado: questa è la soluzione adottata in molti ordinamenti giuridici ed è l’unica garanzia per evitare situazioni inaccettabili come quella citata in precedenza e molte altre che riguardano reati assai più gravi della frode calcistica.
A chi teme che da una simile ipotesi possa derivare un improprio accanimento giudiziario, mi sento di ricordare il vecchio e saggio adagio: “Male non fare, paura non avere”.


8 commenti:

Mario Pasetti ha detto...

Le prescrizioni hanno una loro logica nei tempi entro i quali un cittadino ha il diritto di essere giudicato e non pagare inefficienze del sistema Giudiziario con processi che durano una vita.
Allungamenti causati spesso da certe indagini fatte più sulla stampa che nei Tribunali che comportano indagini cavillose, sentenze politiche e non motivate che solo la Cassazione potrà definirà in tema di Giudizio equo.
Una Procura che spende milioni di euro in indagini sarà difficile che poi chieda l'assoluzione degli indagati ! (Yara, Bocassini ecc.).
Quindi velocizzare i Processi e non farli durare in eterno e a tal proposito bisogna togliere allo Stato la possibilità di ricorrere in Appello contro sentenze a lui sfavorevoli anche per logica economica poichè il privato cittadino ha già speso molto per il primo grado di Giudizio e se assolto vuol dire che lo stato non era riuscito a dimostrare la sua colpevolezza. Non può allora perseguitare il cittadino con ulteriori appelli e Cassazioni alle quali potrà però ricorrere il il privato se condannato. Alleggerendo il sistema da Appelli e Cassazioni spesso persecutorie avremo una Giustizia più equa e veloce.
Cordiali saluti - Mario P.

roberto ha detto...

E' certamente necessario velocizzare i processi e non farli durare in eterno. Ma a questo fine non si deve comprimere troppo il tempo del giudizio, altrimenti si verificano i casi di malagiustizia che sono sotto gli occhi di tutti.
La riforma di questo importante settore dello Stato va fatta migliorando le risorse disponibili e pretendendo un loro uso efficiente ed efficace, con opportuni controlli. E' dimostrato che, quando i responsabili degli Uffici giudiziari usano questo approccio, i carichi di arretrati vengono smaltiti.
L'ipotesi di togliere allo Stato la possibilità di ricorrere in appello contro sentenze a lui sfavorevoli è interessante ed andrebbe approfondita per capire bene sia i pro, che sono stati da te evidenziati, sia i contro.

Ciao.
Roberto

Dario Lodi ha detto...

La prescrizione lunga fa accumulare i procedimenti, quella breve salva i delinquenti. Siamo alle solite, è il sistema che non funziona e saltano fuori i pasticci all’italiana. Chi ci rappresenta, quasi a tutti i livelli, non è adeguato, è criminogeno a sua insaputa. A questo punto, meglio affidarsi ai giovani del M5S (non a Grillo che sta perdendo la testa). Ma io cercherei di cambiare tutta la politica. Siamo nelle mani di boiardi super pagati per niente. Nuove regole! Si sveglino i Costituzionalisti!

Dario

roberto ha detto...

Contro l'accumulo dei procedimenti vale quanto ho scritto in risposta a Mario.
Circa il tuo appello a rivolgersi ai giovani del M5S, il problema è che, pur facendo spesso un pregevole lavoro di analisi e di denuncia, non riescono a influire sulle scelte, in parte perchè inascoltati, in parte perchè si tirano fuori dal confronto e si rifugiano nella protesta. M5S deve fare un passo avanti, "sporcandosi le mani", se vuole crescere nei consensi e incidere realmente sui processi politici.
Circa il cambiare tutta la politica, bisognerebbe sapere come e chi può farlo. I costituzionalisti possono dare un contributo, ad esempio sulla regolamentazioe dei partiti, ma non è solo un problema d'ingegneria istituzionale.

Roberto

Unknown ha detto...

Sottoscrivo pienamente l'idea.
La posizione NCD su questo punto, così come la citi, è contradditoria e assurda.

roberto ha detto...

Mi fa piacere sapere che sei d'accordo.
Stiamo a vedere se, avendo già perso credibilità fon la vicenda Lupi, vogliono proseguire a darsi la zappa sui piedi.

Laura Banchelli ha detto...

BRAVO,BRAVO,BRAVO! Caro Roberto ,sei il nostro paladino.le cose che noi pensiamo,tu le interpreti e traduci in parole adeguate e di grande intelligenza e competenza.non ti candidi per le primarie di qualsivoglia partito?ti voteremmo in tanti.

roberto ha detto...

Il tuo apprezzamento è sempre gradito. ma a me basta il ruolo di stimolatore. Se avessi un'altra età forse ci farei un pensiero.