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venerdì 8 luglio 2011

L'iniquo Tremonti

Lo slogan con cui Tremonti ha costantemente presentato la sua politica finanziaria è stato "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani".
A me questa affermazione è sempre parsa azzardata perchè un Paese che ha il terzo debito pubblico più alto al mondo in rapporto al PIL non può pensare di raddrizzare la situazione senza affrontare gravi sacrifici.
L'unico modo per non mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, in presenza di un deficit annuo di bilancio oscillante fra il 3% e il 5 % è quello di aumentare ancora il debito pubblico, ed è precisamente ciò che è avvenuto in questi anni.
Ma ora i nodi sono venuti al pettine e la politica del rinvio non è più posssibile, pena la bancarotta finanziaria del Paese.
Il problema va, quindi affrontato stabilendo quanto e a chi far pagare il costo della manovra. Sul quanto va detto che la cifra calcolata finora dal Governo (circa 70 miliardi) è una volta e mezza quella che servì al Governo Amato nel 1992 per evitare la bancarotta della lira che era sotto attacco speculativo; e non è detto che sia finita. Sulla gravità della situazione dunque non c'è dubbio.
In merito a chi debba pagare il conto, quello che il Governo ha previsto è palesemente iniquo perchè scarica sulle fasce deboli della popolazione, i pensionati e i piccoli risparmiatori, il grosso degli oneri. Questo squilibrio indica che la manovra è stata preparata in fretta, senza un'adeguata ponderazione, dando spazio ad una versione retriva del centro destra (togliere ai poveri per lasciare ai ricchi) che ha un sapore ottocentesco e certamente non corrisponde nè a ciò che pensano oggi i moderati dotati di buon senso, ne all'indubbia intelligenza di Tremonti.
Se la manovra fosse opportunamente distribuita nella popolazione secondo un principio di equità ( far pagare in proporzione alla capacità contributiva) la stessa sarebbe accettabile.
Non è vero, a mio avviso, che gli italiani non vogliono fare sacrifici. Se venisse detta la verità e non delle bugie pietose, credo che le persone assennate sarebbero disposte a fare la loro parte per evitare il fallimento del Paese.
E' necessario che, nella discussione in Parlamento per la conversione in legge del decreto governativo, si sviluppi un dibattito serio fra maggioranza e opposizione per trovare una soluzione più equilibrata. Non vorremmo assistere, in tale occasione, al consueto scaricabarile e scambio d'insulti.
La situazione è grave e richiede la responsabilità di tutti. E' questo il motivo per cui, nel post precedente, ho chiesto a Bersani di dire che cosa farebbe il PD e l'opposizione nel suo complesso per evitare il default del debito pubblico e avviare un virtuoso ciclo di sviluppo.

3 commenti:

Celio ha detto...

anch'io non ho mai creduto al" senza mettere mano nelle tasche italiani".Di fatto un po' ce le mettono ed un po'li portano via ancora prima di darglieli! Ritengo la proposta blocco pensioni identica a quella di Prodi :colpisce ancora una volta una categoria indifesa, che al momento del pensionamento ha fatto un "contratto" con lo Stato(INPS);ciò indipendentemente dalla fascia retributiva , e va quantomeno rispettato!!!Dall'altro lato non si vede mai un piano serio di riduzione sprechi PA , che la renderebbero anche più efficiente(vogliamo parlare della regione Sicilia?Comune di Napoli? Calabria?)!Solo tagli fatti col macete che impattano negativamente sul livello di servizio!

roberto ha detto...

Le tue considerazioni confermano il disagio di una delle categorie più colpite, dovuto non solo ai tagli che subirà ma anche al confronto con altre realtà, magari privilegiate, che restano, con questa manovra, totalmente indenni.
E' indispensabile che gli oneri siano ripartiti in modo più equilibrato.

Anonimo ha detto...

prova